Classico messaggio whatsapp del venerdì sera: “ciao Roby, sono 2-3 uscite che mi viene dolore dietro al ginocchio a fine allenamento; poi me lo sento indolenzito e un po’ rigido anche il giorno dopo. Però con la Tachipirina mi passa! Secondo te posso fare il lungo domattina?”
In genere segue raffica di messaggini/vocali dove si contrattano chilometraggio e velocità del lungo domenicale per poi vedersi al lunedì in studio.
Cerchiamo in questo articolo di capirci qualcosa in più dei dolori del runner, di quando è possibile continuare ad allenarsi e di quando invece è meglio fermarsi e chiedere l’aiuto di un professionista.
In aiuto di viene la Scala del Dolore di Wilk (fisioterapista americano) che differenzia l’infortunio in 5 categorie in base all’intensità del sintomo e a quanto ci limita nell’attività sportiva e nella vita quotidiana.
STADIO 1
E’ il dolore che arriva durante la corsa (al 1km o al 12 esimo non importa) e che sparisce appena terminato l’allenamento. Può essere un campanello di qualcosina che comincia o un processo di adattamento del tuo corpo allo sforzo. Puoi continuare a correre e magari modificare i carichi (quantomeno non aumentarli).
STADIO 2
E’ il dolore che viene durante la corsa e che rimane lì anche quando hai finito. Corsetta serale – dolorino al ginocchio – a cena non è andato via – e al mattino ce l’hai ancora. E’ il momento di cominciare seriamente a modificare qualcosa nella tua intensità d’allenamento (riduzione del carico meccanico).
STADIO 3
E’ il dolore che persiste anche nelle attività quotidiane: camminare, guidare, fare le scale, attività lavorativa). Hai corso domenica e oggi che è giovedì il ginocchio fa ancora male. Orecchie dritte! Se non migliora con la riduzione del carico e tende a peggiorare è ora di valutare una consulenza con un professionista.
STADIO 4
E’ il dolore che vi costringe a prendere qualche farmaco (FANS in genere).
Qui bisogna stare molto attenti: il farmaco può mascherare il dolore ma l’eventuale lesione/danno tissutale rimane. E’ un po’ come coprire il contagiri della macchina con un foglio di carta: potresti andare più facilmente sul rosso senza rendertene conto e danneggiare ancora di più la struttura coinvolta.
Se prendi per qualsiasi motivo un farmaco antidolorifico/antiinfiammatorio o se il medico ti pratica un’infiltrazione NON DEVI CORRERE finché il tuo corpo non ha smaltito il farmaco (2-5 gg almeno).
Correre sotto farmaco è il modo più veloce per finire direttamente allo STADIO 5.
STADIO 5
E’ il dolore che vi impedisce di correre e a volte persino di camminare. A volte si arriva a zoppicare e ad utilizzare 1 o 2 stampelle.
Uscire dallo STADIO 5 può richiedere settimane o mesi di riposo e riabilitazione; qualche runner non tornerà mai più ai livelli di performance precendenti l’infortunio.
Allo STADIO 5 non ci devi MAI arrivare perché hai esagerato e ti sei mal gestito.
Facciamo un esempio pratico: stai preparando una maratona, le tue sessioni di allenamento aumentano di frequenza ed intensità, poi al km 12 il ginocchio comincia a fare male, però riesci a completare l’allenamento e come smetti di correre il dolore se ne và, non ti disturba la notte o il giorno dopo e non prendi nulla sei allo STADIO 1.
ATTENZIONE: se prendi un farmaco per il dolore al tuo ginocchio e continui ad allenarti passi direttamente allo STADIO 4 senza passare dal via! Se ti va bene ok, se ti va male arrivi allo STADIO 5 senza neanche rendertene conto; lì poi diventa veramente problematico.
Ricapitolando non è un problema di tipologia d’infortunio. Gli infortuni del runner sono più di 20 (bandelletta ileo-tibiale, tendinopatie del tendine d’Achille, frattura da stress, fascite plantare, ecc), quello che conta è l’intensità dei sintomi e quanto interferiscono nella tua routine di allenamento e nella quotidianità.
In uno dei prossimi articoli vedremo il protocollo PEACE&LOVE per la gestione dell’infortunio muscolo-scheletrico.
PS.
Se vi hanno dato dei farmaci o iniettato qualcosa e detto di continuare a correre QUESTO NON E’ AIUTO PROFESSIONALE. Cambiate professionista prima di finire per mesi in riabilitazione o peggio dal chirurgo.